Dopo aver raccontato un angolo di Molise, tra Sanniti e Romani, vie armentizie e paste filate, durante il primo Itinerario del Gusto – potete trovare il resoconto in quest’articolo – sabato 4 luglio, sempre in compagnia di ATM e dell’Istituto Tecnico Agrario di Larino, che ricordiamo, sponsorizzano l’evento (i partecipanti usufruiscono gratuitamente dell’autobus e delle visite guidate), è proseguita l’avventura in un’altra area della Molise, dove ancora una volta archeologia, storia e cultura casearia, artigianato e biodiversità, rappresentano fiori all’occhiello della Regione. Il secondo Itinerario, ha fatto registrare un’alta partecipazione e interesse; cinquanta tra corsisti della Scuola del Gusto e non, hanno potuto ammirare e sorprendersi, attraverso il lento percorrere delle strette e tortuose strade che solcano l’area dell’alto Molise, gli straordinari paesaggi e borghi che sia affacciano sulla valle del Verrino e del Trigno, ma anche comprenderne la storia, la cultura, oltre che condividere emozioni, cementare amicizie o costruirne delle nuove.
Teatro sannitico di Pietrabbondante |
Dopo aver ammirato, in questo percorrere lento, alcuni dei monumenti naturali che costituiscono il “Parco delle Morge cenozoiche del Molise” – chissà, potrebbero essere meta di uno degli itinerari dell’edizione 2016 – attraversando la piana di Salcito fino a Trivento, risalendo poi il fiume Trigno ci si è diretti nel cuore del Sannio pentro, sulle pendici del Monte Saraceno, nei pressi di Pietrabbondante (966 m s.l.m., imponente la morgia dove sorge il paese), dove i Sanniti edificarono (II secolo a.C.) un maestoso complesso di culto costituito da un teatro, un tempio e due edifici porticati ai lati. In effetti, si può dire che l’area, con il suo complesso monumentale, rappresentava il cuore della civiltà sannita, sia per posizione di dominio straordinario sul territorio, ma anche per la presenza di necropoli sannite rinvenute sulla cima del Monte Saraceno, risalenti al V secolo a. C. Il complesso di Pietrabbondante fu, molto probabilmente, il santuario dell’esercito sannita, e luogo, quindi, di particolare importanza storica, per le decisioni strategiche di tutti popoli sanniti, ma anche per il culto di Ops Consiva, dea dell’abbondanza, e Victoria, dea della potenza militare. Ulteriori nuovi documenti di carattere sacro, rinvenuti negli ultimi anni – molti altri, probabilmente, si celano ancora sotto la terra – ne confermano come luogo di culto pubblico dello stato sannita (culto di Honos, concezione divina dell’onere militare e civile, culto dei Lares Publici, divinità di tutela dello stato e del popolo, o anche del culto di Dioniso). Nell’area, precisamente ad Agnone, da cui prende il nome, fu ritrovata, più di un secolo fa, la Tavola Osca, ora custodita al Brithis Museum di Londra e risalente al 250 a.C., che rappresenta tra le più importanti iscrizioni nella lingua dei Sanniti, dove sono menzionate diciassette divinità, tutte legate al mondo agricolo.
Bagnoli del Trigno |
Bacche congelate di Prunus spinosa L. qualità Trigno presso Biogroup |
Quest’area del Molise, che ai più potrebbe sembrare impervia, con stradine tortuose e sconnesse, mette in mostra un altro importante gioiello, non a caso definito con l’appellativo “La perla del Molise” – si legge nel messaggio di benvenuto al paese – per com’è incastonato in un massiccio roccioso. Si tratta di Bagnoli del Trigno, piccolo comune che è balzato agli onori della cronaca, non solo per la sua straordinaria bellezza – lo scorso anno fu inserito tra i venti borghi più belli d’Italia – ma perché da lì nasce un progetto, quello della Biogroup, azienda che opera in materia di medicina biointegrata, che ha avuto risalto in tutta la comunità scientifica internazionale. In una sinergia tra l’azienda e l’Istituto Superiore di Sanità, nasce uno studio sulla produzione di un preparato, a base di Prunus spinosa L. qualità Trigno, più un complesso attivatore (CAN), che ha dimostrato una straordinaria attività antitumorale, in vitro, su tessuti di carcinomi diversi. Questi primi risultati, da testare anche sull’uomo, pubblicati a fine aprile, e poi confermati ulteriormente qualche settimana fa a un congresso di medicina biointegrata all’Expo di Milano, sono di grande interesse; l’azienda, infatti, brevettando il CAN, il complesso attivatore che trasloca all’interno della cellula l’estratto di Prunus (non serve consumare quantità industriali del frutto, che fa di sicuro bene alla salute per le sue spiccate proprietà antiossidanti, perché da solo non è in grado di raggiungere il citoplasma cellulare ed espletare appieno la sua attività), uscirà a breve con un integratore da utilizzare nella terapia anti-tumorale, che servirà per dare speranza ai tanti ammalati, ma anche una possibilità di sviluppo economico dell’area del Trigno e del Molise intero.
Fonderia Pontificia Marinelli ad Agnone |
Dopo la meritata pausa pranzo presso il ristorante “Calice Rosso” del complesso Domus Area, sempre a Bagnoli del Trigno, con un menù a base di erbe officinali del territorio, ci si è spostati, per un pomeriggio tra arte e cultura casearia ad Agnone, che tradizione vuole sia sorta sulle rovine dell’antica città sannita Aquilonia, distrutta dai Romani durante la conquista del Sannio. La città è sede anche di quello che si presume sia il più antico stabilimento al mondo per la fabbricazione delle campane (Pontificia Fonderia di Campane Marinelli), fondato intorno all’anno Mille e tra i pochi che possano fregiarsi dell’onore di utilizzare per i propri prodotti lo stemma pontificio (concesso da Papa Pio XI nel 1924). La “fabbrica” di campane Marinelli, la seconda azienda a conduzione familiare più longeva al mondo, è stata meta di visita del primo pomeriggio, dove si è potuta apprezzare, in tutte le sue fasi, tra manualità, arte e sacralità, la delicata “costruzione” di una campana (prima si costruisce l’anima, poi la falsa campana e poi il mantello), una vera e propria opera di artigianalità, ma allo stesso tempo di rigore ingegneristico. Straordinaria è stata la visita al museo della campana “Giovanni Paolo II”, nato nel 1999, dove sono documentate l’origine, la storia e le tradizioni legati alle campane (studi, manoscritti, documenti rari, modelli, antichi attrezzi, calchi e campane).
Franco Di Nucci nella sala del museo aziendale |
Agnone ha anche un’altra prerogativa che la rende conosciuta nel mondo, quella della tradizione casearia, e in particolare del caciocavallo, legato in maniera indelebile alla storia attraverso la transumanza. Testimoni di questo legame con la storia, con i tratturi e con i sanniti, fin dal 1662, sono la famiglia Di Nucci, originari di Capracotta, che da dieci generazioni, producono in maniera tradizionale, paste filate di latte proveniente da stalle e pascoli dell’alto Molise e della zona montana di Agnone. L’azienda, pluripremiata e simbolo della cultura casearia molisana e italiana nel mondo, ci ha ospitato nel suo museo dove, Franco di Nucci, ha letteralmente stregato i presenti, non solo per la bontà delle produzioni casearie oggetto di degustazione (ricotta, stracciata e caciocavallo), ma per passione, capacità di trasmettere emozioni, oltre che per un’ospitalità senza eguali. La degna conclusione di una giornata veramente ricca, frenetica e sfiancante a tratti – anche qualche “vittima” dei massacranti tornanti e di un autobus da 12 metri – ma che ha avuto anche il merito, e questa non è una cosa secondaria, anzi, ne è l’anima dell’iniziativa da quando è nata, di condividere emozioni, tra gusto e bellezza, per cementare amicizie nate durante il corso, ma anche per crearne nuove, per creare consapevolezza, per creare condivisione. E’ la Scuola del Gusto.
Scuola del Gusto
scuoladelgustolarino@gmail.com
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