di Pasquale Di Lena

 
Ho appena letto il bando della Regione Molise riguardante “Concessione di contributi a sostegno di progetti per la promozione del vino italiano sui mercati dei Paesi terzi” ed ho avuto subito la sensazione di un’altra delle tante occasioni perse se (mi auguro di no) si vanno a spartire le risorse a disposizione o a dare solo a chi – produttori e/o trasformatori e/o commercianti di vino, consorzi di tutela, organizzazioni professionali, interprofessionali o di produttori riconosciute, soggetti pubblici – ha la possibilità di impegnarsi per un progetto almeno di centomila euro, sapendo di avere un contributo pari al 70% delle spese ammesse e rendicontate.
Una sensazione, dicevo, frutto di tutte le esperienze passate che, lo spero vivamente, non si ripetano in un momento in cui serve più che mai fare squadra, tanto più in un comparto contrassegnato da una forte concorrenza proprio nei “Paesi terzi” i mercati indicati e voluti dal bando.C’è anche la possibilità di coinvolgere “Associazioni, anche temporanee di impresa e di scopo tra i soggetti di cui ai punti precedenti”. Bene, e allora perché non parlare e stimolare la nascita di una sola associazione? Uno strumento che vede partecipe i soggetti considerati dal bando, con tutti i produttori protagonisti di un progetto di promozione e valorizzazione dei nostri vini e, con essi, del Molise, che ha come priorità la creazione di una squadra capace di programmare – sulla base di una scelta concordata con la Regione di uno o, al massimo, due mercati esteri – le iniziative che permettono di far conoscere il Molise e i suoi vini, ai fini di una commercializzazione degli stessi. Una programmazione triennale, un tempo minimo per conoscere e coinvolgere operatori del mercato, ristoratori, catene commerciali, media e opinion leader. Un tempo necessario, tre anni, per seminare e poi dare alle aziende la possibilità di raccogliere i frutti delle azioni e iniziative promosse.
Non c’è altra possibilità che mettere in piedi subito una squadra e un programma, anche per dar vita a una strategia di marketing che può dare risultati insperati al vino e all’agroalimentare molisano, con le aziende che, sulla base del valore aggiunto e dell’esperienza fatte, acquistano forza e sicurezza per vivere da protagoniste il mercato nazionale e quelli europei. Si tratta di mettere insieme tutti i soggetti per valutare la possibilità di dar vita a uno strumento comune necessario per spendere al meglio le risorse e, nel contempo, offrire ai produttori l’opportunità di conquistare uniti un mercato. Penso al Canada per quello che per noi molisani rappresenta questo grande Paese, che ha bisogno certo di qualità (oggi il Molise ha la possibilità di rispondere a questa domanda) ma, anche, di quantità, che è più difficile da trovare.
Un programma capace di farsi da solo la pubblicità con le iniziative e le pubbliche relazioni che sono da attivare prima, durante e dopo ogni evento e nel corso dei tre anni di permanenza sul mercato scelto. E non solo, pensare anche alla adesione a eventi di risonanza mondiale e, in questo caso, per chi ricorda una mia nota di qualche giorno fa, indicavo Zurigo e Pechino, due mercati terzi, sedi di campionati di atletica, europei nel primo caso e mondiale nel secondo, che vedono protagonista la nostra “Casa Italia Atletica” espressione della Federazione dell’Atletica Leggera Italiana.
Un modo per rilanciare sul mercato scelto l’eco di un partecipazione con i nostri campioni primi messaggeri di una terra vocata ai vini di qualità. La scadenza del 28 di giugno imposto dal Mipaaf è, a mio parere, una spada di Damocle sulla possibilità di rispondere al bando; un altro problema serio da affrontare e  risolvere subito perché non aiuta a concretizzare questo discorso di un solo soggetto proponente e titolare della domanda e, neanche, quello delle iniziative dei singoli soggetti.