Il Premio Biol, riservato agli oli biologici, è riconosciuto da tutti come il più prestigioso ha visto vincitore assoluto l’olio dop “Valli trapanesi” dell’azienda Titone di Trapani. Nato a Andria nel 1966 questo rappresenta sempre più un punto di riferimento mondiale per tutto il settore dell’olio extravergine .
Dei 360 oli partecipanti, provenienti da 15 paesi del mondo, ben 113 gli oli che hanno ottenuto un punteggio superiore ai 71 punti e fra questi gli oli di cinque aziende molisane: una in provincia di Isernia, l’Azienda agricola Principe Pignatelli di Monteroduni con l’etichetta “Principe Pignatelli”;  quattro in provincia di Campobasso, l’azienda agricola Pietropaolo Antonietta di Casacalenda con “Masseria Casolani“; la cooperativa Biosapori sempre di Casacalenda con l’olio “Biosapori”; l’oleificio Bruno Mottillo di Larino, con l’etichetta “Bruno Mottillo e l’azienda olivicola La Casa del Vento anch’essa di Larino con l’etichetta “L’olio di Flora”.
C’è da dire che tutti gli oli delle quattro aziende della provincia di Campobasso sono non solo biologici ma della varietà principe del Molise la “Gentile di Larino”, una delle cultivar tutta molisana, che, ancora una volta, dimostra di competere senza timori reverenziali con gli oli del mondo per le sue spiccate peculiarità organolettiche.  Oli insigniti di medaglia d’oro con l’azienda Pietropaolo vincitrice del premio territoriale, cioè quella che ha ottenuto il punteggio più alto tra le aziende molisane.
 
Straordinario esemplare secolare di Gentile di Larino

Un successo che premia i vincitori dell’edizione 2013 del Premio Biol che entrano così nella Guida ai migiori oli biologici al mondo 2013. Premia anche tutti i bravi olivicoltori e trasformatori di olio del Molise che si conferma una terra di olio di assoluta qualità, grazie anche ad altri importanti risultati, fra i quali voglio ricordare la Gran menzione  data all’olio di Giorgio Tamaro di Colletorto alla terza edizione del Campionato del mondo dell’olio extravergine di oliva che, per chi non lo sa, è riservato agli oli di un anno. Una bella notizia dopo le tante che stanno arrivando dalla Spagna che vuole, con la compiacenza di importanti aziende, anche molisane, tecnici e  comunicatori di fama, colonizzare l’olivicoltura mondiale e, quella italiana in particolare, con le sue due o tre varietà e l’olivicoltura intensiva che non riguarda l’Italia e meno ancora il Molise.

Esempio di olivicoltura superintensiva

Sarebbe la fine dell’olivicoltura molisana e delle aree interne del nostro Paese, e, con essa, dei più paesaggi e ambienti più belli e caratteristici con l’affermazione di un monopolio di mercato; la distruzione di un patrimonio unico qual è quello della biodiversità olivicola.Una brutta fine della nostra olivicoltura che spetta a noi tutti e, in primo luogo, alle istituzioni e alle rappresentanze del mondo contadino evitare per affermare la bontà degli oli delle nostre varietà autoctone che, in molti casi, da millenni appartengono ai territori più belli del nostro paese.

 
Pasquale Di Lena
pasqualedilena@gmail.com