L’intrico limpido dei profumi, ottimamente scandito e coinvolgente, mi sorprende per classe e portamento: bellamente ciliegioso, con quella nota mineral-ferrosa a donare contrasto e profondità, se ne esce da un naso fresco e colloquiale, carnoso e profilato.
Al palato il vino mantiene compostezza, anima e disegno, con una dolcezza tannica invidiabile. Ad unire personalità, appigli territoriali e garbo espositivo, ecco poi cosa succede: una delle migliori Riserve dei ricordi miei! Grande godibilità e naturalezza espressiva, di vino succoso ma trattenuto negli accenti, con la flemma di chi non teme di mostrare le proprie nudità, mantenendo altresì intatta la proverbiale, rigorosa sua compostezza. I tannini qui sono trama sottile, la compagnia generosa e bella. I classici umori boschivi, dal tratto “nordico” e compassato, vengono rilasciati con calore e temperamento rari, e contribuiscono da par loro a riscoprire, nelle intimità di un vino di stampo tradizionale, una identità fiera (ancor oggi latitante in troppi vini della nobile denominazione toscana) nella quale l’anima del sangiovese (con due briciole di colorino e canaiolo a contorno) torna a brillare di luce propria, senza tentennamenti, senza costrizioni, senza filtri. Non una incertezza, non una reticenza (e una eclatante pulizia d’impianto, contrariamente ad alcune edizioni del passato per le quali la presa del rovere, fors’anche la qualità, non poteva dichiararsi integerrima). Questa nuova selezione della famiglia Contucci scopre amorevolmente le proprie carte, stabilisce distanze e comunica autenticità. L’eloquio appare chiaro e il messaggio saggiamente ammonitore, dal momento in cui il mandato territoriale affidatogli viene qui onorato con singolare nettezza. Nel frattempo, l’immedesimazione è totale.
A 25 euro o giù di lì il conforto di una visione: quella di un vino che respira storia (quasi la trasuda) e ti ripaga in dignità e bellezza. Sì, Montepulciano ha figli legittimi.
Al palato il vino mantiene compostezza, anima e disegno, con una dolcezza tannica invidiabile. Ad unire personalità, appigli territoriali e garbo espositivo, ecco poi cosa succede: una delle migliori Riserve dei ricordi miei! Grande godibilità e naturalezza espressiva, di vino succoso ma trattenuto negli accenti, con la flemma di chi non teme di mostrare le proprie nudità, mantenendo altresì intatta la proverbiale, rigorosa sua compostezza. I tannini qui sono trama sottile, la compagnia generosa e bella. I classici umori boschivi, dal tratto “nordico” e compassato, vengono rilasciati con calore e temperamento rari, e contribuiscono da par loro a riscoprire, nelle intimità di un vino di stampo tradizionale, una identità fiera (ancor oggi latitante in troppi vini della nobile denominazione toscana) nella quale l’anima del sangiovese (con due briciole di colorino e canaiolo a contorno) torna a brillare di luce propria, senza tentennamenti, senza costrizioni, senza filtri. Non una incertezza, non una reticenza (e una eclatante pulizia d’impianto, contrariamente ad alcune edizioni del passato per le quali la presa del rovere, fors’anche la qualità, non poteva dichiararsi integerrima). Questa nuova selezione della famiglia Contucci scopre amorevolmente le proprie carte, stabilisce distanze e comunica autenticità. L’eloquio appare chiaro e il messaggio saggiamente ammonitore, dal momento in cui il mandato territoriale affidatogli viene qui onorato con singolare nettezza. Nel frattempo, l’immedesimazione è totale.
A 25 euro o giù di lì il conforto di una visione: quella di un vino che respira storia (quasi la trasuda) e ti ripaga in dignità e bellezza. Sì, Montepulciano ha figli legittimi.
Fonte: L’AcquaBuona, Vino Nobile di Montepulciano DOCG Riserva 2005 – Contucci
Balanço – More (1999)
NB Per una lettura migliore della scheda si consiglia questo brano come sottofondo
Come ho avuto modo di dire già in un altro post, questa rubrica è fantastica. Chapeau