Il Cilento è un luogo mitico che merita di essere visitato con un’attenzione particolare per tutto quello che esso può dare alla sensibilità del visitatore. Con la parte posta ad est, l’antica Lucania, quella del Diano, forma un immenso parco di 180.000 ettari.



Comune di Pollica (SA), all’interno del Parco del Cilento



Un territorio stupendo di monti ingialliti di ginestre e, più in basso, di dolci colline olivetate e vitate che, da Agropoli a Sapri per 100 chilometri di scogliere scoscese e ampie spiagge, scivolano nel mare Tirreno. A chiudere, a sud, il territorio della Provincia di Salerno che, a nord, da Positano a Vietri, ha, come altra faccia di una stessa medaglia, per altri quaranta chilometri, la costiera amalfitana. Due esempi della natura domata dall’uomo nel segno, però, del rispetto reciproco e di un rapporto che ha sempre avuto le sue basi nel pensiero per il domani. Le azioni e il sacrificio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, che ha pagato con la vita questo suo innato senso del rispetto, stanno dimostrando. In totale 220 chilometri di mare che, dall’alto di Pollica, si possono ammirare in tutta la sua ampiezza, spaziando da Capri e Punta Campanella a Palinuro come a toccare con mano il Mediterraneo, le sue scie di civiltà e di scambi commerciali, soprattutto degli oli, dei vini e dei grani. I tre prodotti basilari, insieme alla frutta e alle verdure, dei suoi modelli alimentari che il Cilento ha saputo raccogliere e, grazie, alle ricerche di un americano, Ancel Keys, di sua moglie Margaret e altri studiosi, presentare al mondo intero come uno stile di vita (dieta) proprio del Mediterraneo. Uno straordinario patrimonio culturale che l’Unesco, con il suo riconoscimento del novembre 2010 a Nairobi, ha voluto dedicare all’umanità quale punto di riferimento e, anche, tutela del patrimonio stesso. A giugno sono tornato in questi luoghi, ancora una volta in rappresentanza delle Città dell’Olio, ospite di una manifestazione “The village doc festival”, per parlare di olio nel “Dibattito sulla dieta mediterranea – la tavola delle esperienze, visioni e proposte per valorizzare il patrimonio enogastronomico e culturale”.



Il Sen. Alfonso Adria



Un incontro molto interessante che ha avuto come protagonista Alfonso Andria, vicepresidente della Commissione agricoltura del Senato, già presidente della Provincia di Salerno, con la presentazione di un importante disegno di legge “Disposizioni per la valorizzazione e la promozione della dieta mediterranea”, che, se approvato, può servire a recuperare il tempo perso dal 16 novembre 2010, la data che ha sancito a Nairobi, in Kenia, la “Dieta” bene dell’umanità, ad oggi. Tempo perso, dicevamo, che ha visto tutti i protagonisti, istituzionali e privati, come paralizzati, incapaci di cogliere il valore e il significato di questo riconoscimento così fondamentale per le nostre eccellenze alimentari e l’immagine della nostra cucina, la comunicazione e la commercializzazione degli stessi. L’unica iniziativa che ha fatto proprio questo riconoscimento e l’ha bene utilizzato è stata, fino a quando (2012) non l’hanno cancellata, la “Maratona del gusto e delle bellezze d’Italia” di Casa Italia Atletica, promossa da Fidal servizi nelle occasioni dei grandi eventi di atletica, come campionati del mondo ed europei, meeting e maratone, da Madrid a quella di New York.
Il disegno di legge n° 3310, presentato, non a caso, in anteprima a Pollica, che vede il Sen. Andria promotore e primo firmatario, si compone di soli sette articoli con: il primo che si pone la finalità di contribuire a tutelare e promuovere la dieta mediterranea in quanto modello culturale e sociale fondato su un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni legate all’alimentazione e al vivere insieme a stretto contatto con l’ambiente naturale; il secondo che dà una definizione di       «dieta mediterranea», in linea con il dossier presentato dai quattro Paesi promotori della candidatura al patrimonio culturale immateriale UNESCO; l’articolo 4 che istituisce la «Giornata Nazionale della dieta mediterranea – patrimonio dell’umanità» da celebrare ogni anno e su tutto il territorio nazionale il 16 novembre, quale occasione per diffondere e dare risalto ai valori della dieta mediterranea; l’art. 6 che istituisce e disciplina il marchio “dieta mediterranea – patrimonio dell’umanità”. Intorno ad esso ruota il successo dell’iniziativa nel momento in cui riesce a dare al consumatore e al mercato le garanzie di qualità di cui hanno bisogno.
Un successo che serve alla nostra agricoltura per uscire dalla crisi e alle sue eccellenze dop, igp e biologiche -tanta parte di questa “dieta” – per vincere sui mercati insieme all’immagine del nostro Paese e dei territori di origine di cui sono testimoni importanti.
Pasquale Di Lena