“La vendemmia fa parte della nostra storia, delle nostre tradizioni più care. La vendemmia era gioia, era momento magico, una tradizione con un forte valore antropologico e culturale. Giornate di duro lavoro, quelle durante il caldo umido di settembre, con le mani appiccicose di mosto per via dello zucchero presente, l’anima dell’uva, mentre la fatica era alleviata dalla festa del momento, fatta di canti, stornelli e risate. Poco o nulla sanno le nuove generazioni della vendemmia d’un tempo, dove si poteva cogliere lo spirito di una comunità legata alla campagna, al lavoro della terra e della vite, una ritualità che favoriva la socialità tra famiglie attraverso il duro lavoro, a godere della compagnia e degli amici. Ormai è soltanto un ricordo il rito vendemmiale, antico, antichissimo, che affonda le sue radici in un qualcosa che non c’è più, in un passato caratterizzato da un vero e proprio cerimoniale fatto di uomini e donne, di gesti e rituali. Preludio alla raccolta dei grappoli maturi, fervevano i lavori di pulizia dei tini e delle botti nelle cantine; il colpo del mazzuolo sulle doghe o sui cerchi per rimettere in sesto quei recipienti che avevano subito i danni del tempo, la bagnatura o l’abbonimento con acqua per la reidratazione. Nella raccolta ci si faceva aiutare dai vicini e tra i filari, gli uomini, lavoravano con l’aiuto di birocci trainati da coppie di buoi bianchi, carichi di bigonci d’uva. Le donne, invece, in cucina preparavano ricche colazioni e pranzi per rifocillare i mariti e, in cantina, spesso avevano il compito di pigiare l’uva con i piedi. I bambini erano liberi di correre, giocare e divertirsi tra i filari”. (Una delle nostre letture, in onore della festa di San Martino, lo scorso anno, presso le Cantine D’Uva)
I SAPORI E I PROFUMI DI UNA TRADIZIONE DAL FORTE VALORE ANTROPOLOGICO E CULTURALE
L’offerta di attività proposta dal Movimento Turismo del Vino (MTV), quest’anno, si arricchisce di un nuovo evento: “Cantine aperte in vendemmia“. Si tratta della prima occasione in qui le aziende aprono le loro porte durante il momento più difficile dell’anno, per il duro lavoro, i ritmi serrati, le notti insonni, ma anche quello più bello, perché si raccolgono i frutti di un anno di lavoro. La qualità del futuro vino dipende molto da questi giorni, la scelta del momento giusto per vendemmiare, il giusto contenuto di zuccheri, di acidità, di polifenoli nelle bucce – ovviamente per le uve rosse – sono fasi cruciali per produrre un grande vino. Ovviamente, le condizioni climatiche di un anno, sono determinanti per avere un prodotto di qualità e le giornate assolate con serate fresche di queste settimane, sono determinanti. Nella tradizione contadina, poi, la vendemmia ha sempre rappresentato un momento in cui la terra e la vite, con il lavoro e l’ingegno dell’uomo, producono finalmente i propri frutti. La storia della vite, dell’uva e del vino si sono sempre intrecciate con quelle del cibo e delle feste, un rito secolare che si ripete ogni anno. Finalmente gli enoappassionati, enoturisti o, se volete, #winelover, possono “assaporare” il profumo delle uve e del mosto, immergersi nella tradizione contadina, degustare i piatti della tradizione.
In Molise sono due le aziende che hanno aderito all’iniziativa, che proporranno situazioni diverse, in due date diverse, in modo da avvicinare il consumatore al mondo del vino. Non perdete l’occasione di conoscere da vicino l’affascinante mondo del vino.
Sebastiano Di Maria
molisewineblog@gmail.com
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