Un incontro intenso di riflessioni quello di ieri sera alla Casina Nazionale Frentana di Larino con la iniziativa di presentazione del libro “Archeologia Industriale in Molise, a cura di Ilaria Zilli e Roberto Parisi docenti della Università degli studi del Molise.Un incontro che ha visto un’ampia partecipazione, soprattutto di giovani, a dimostrazione dell’interesse stimolato dalla curiosità di sapere e capire il valore e il significato di un patrimonio che riguarda il Molise rurale, che , come ha detto nel suo intervento di apertura su ‘l’Archeologia Industriale nelle aree rurali tra storia e turismo’ il prof. Rossano Pazzagli , presidente del corso di laurea in scienze turistiche nella sede di Termoli dell’Università del Molise, dimostra il fondamentale ruolo del settore primario nella costruzione di quel processo di industrializzazione a cavallo ‘800.’900.
Un processo che poi ha trovato il suo massimo sviluppo dopo la seconda metà del secolo scorso e che oggi vive una pesante crisi. “Una crisi – ha poi sottolineato – che mostra la fine di un modello di sviluppo e, come tale, impegna tutti, in particolare i governi, a trovarne uno nuovo per non rimanere fermi e perdere occasioni per rilanciare la fiducia e la passione per il futuro”. La ruralità, quindi, come straordinario valore di grande attualità e modernità e non un segno di arretratezza, ma l’espressione più avanzata di quel grande e fondamentale patrimonio che il territorio da porre al centro di questo nuovo modello di sviluppo. Si è parlato molto della realtà larinese, in particolare dei “Battista” con i due interventi di Virginia Di Vito, ricercatrice e componente della sezione AIPAI del Molise, e di Berardo Mastrogiuseppe, con la messa a disposizione di documenti da lui salvati e recuperati dal destino certo di una loro distruzione.
Particolarmente propositivi i due interventi dei curatori del libro, Zilli e Parisi, nel momento in cui non si sono soffermati solo a parlare del libro, ma a spiegare il ruolo del Molise nel campo dell’Archeologia industriale, a partire da Larino, che ha bisogno della memoria storica dei “Battista”, ma, anche, di conoscere e riconoscere i suoi tesori, le sue ricchezze per organizzarle e spenderle in modo da non rischiarare l’ulteriore degrado e la definitiva perdita, ma il recupero per una loro definitiva valorizzazione di questi suoi preziosi beni che sono storia, cultura. L’invito a non perdere le occasioni per stare insieme e avvalersi del ruolo dell’Università, dei suoi docenti e dei suoi ricercatori, disponibile ad approfondire il discorso e collaborare a dare l’avvio di un percorso che rende possibile un nuovo ruolo di questa città centrale per il futuro del Molise.
Pasquale Di Lena
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