Degustazione di vini all’Anteprima Montepulciano d’Abruzzo (foto Sebastiano Di Maria) |
Se analizziamo il termine “eccellenza”, con il quale si definisce il livello della qualità di un vino, ci rendiamo conto che questo può essere attribuito solo a pochi vini che sono il risultato di un progetto di produzione che si realizza controllando ogni sua fase nei minimi dettagli. Il verbo “eccellere” deriva dal latino ex-cellere, che vuol dire “spingere fuori”, non identifica quindi un livello più alto nello stesso ambito, ma lo “spingere fuori” significa entrare in un ambito diverso. L’eccellenza si declina su due parole chiave, il terroir ed i crus. Il terroir viticolo è un concetto recente che assolve a necessità pratiche ed ideologiche. Sul versante ideologico
deve riuscire a persuadere il consumatore dell’originalità di alcuni suoi vini, prodotti in ambiti delimitati, su quello pratico ha invece la finalità operativa di favorire una migliore espressione qualitativa del vitigno in determinate condizioni pedo-climatiche.
Schema di zonazione viticola (elaborazione Sebastiano Di Maria) |
La definizione tradizionale di terroir è però monodimensionale in quanto basata essenzialmente sugli effetti del suolo e del clima, sul vino, in una scala spaziale ridotta, mentre appare sempre più importante il ruolo dell’uomo. La zonazione viticola è soprattutto uno strumento scientifico per caratterizzare e conoscere il rapporto tra i vitigni e gli ambiti pedo-climatici dove sono coltivati. Inoltre con le conoscenze che apporta ai meccanismi di funzionamento del terroir, consente di valutare indirettamente le risorse naturali dei diversi ambienti del territorio indagato e di adeguare di conseguenza le somministrazioni degli imput energetici (acqua irrigua, concimi, antiparassitari, etc) ai reali fabbisogni delle piante. È il primo passo per una applicazione diffusa delle tecniche di proximal sensing per giungere alle mappe di prescrizione che vengono realizzate in funzione del vigore, della produttività e della struttura della chioma e che consentono di intervenire di anno in anno in modo differenziato a seconda dell’andamento stagionale, a livello agronomico (diradamenti, cimature, sfogliature, etc) e negli apporti di concimi ed antiparassitari in funzione delle reali necessità della coltura.
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