LO SPAZIO SOCIO-CULTURALE DEL VINO
Il vino è il risultato di apporti di vitigni e tecniche enologiche dalle origini lontane, che solo con il procedere della tradizione hanno trovato una sintesi perfetta: una fusion che bene appaga i desideri di eclettismo e di sincretismo del consumatore moderno. Eclettico perché si muove con disinvoltura combinando stili diversi, sincretico perché li fonde in modo armonico. Il mondo cambia, la società si trasforma ed il vino non si sottrae a quei fenomeni, anzi per i suoi connotati relazionali viene investito più di altri settori economici da queste trasformazioni dei modi di vita dove si è passati da un atteggiamento razionale e rivolto al futuro, ad un mondo sociale dove sono più importanti le sensazioni brevi e più intense. Siamo passati da un consumatore che fondava le sue scelte sulle pulsioni dell’ego per differenziarsi dagli altri, ad un consumatore guidato da fenomeni di emulazione. Quello che i sociologi chiamano
SECONDO ITINERARIO DEL GUSTO NELLA TERRA DEI PENTRI TRA ARCHEOLOGIA, PAESAGGIO E CAVALLO PENTRO
Dopo una prima parte della giornata ricca e proficua, tra vino, olio e storia del popolo della terra dei Pentri, tra i Comuni di Monteroduni e Venafro, raccontata in quest’articolo (prima parte), e dopo un ricco pranzo, a base di pietanze locali, presso un agriturismo, ci si è spostati in un altro angolo di Molise che racconta e trasuda di storia, nei pressi di Castel San Vincenzo, a qualche chilometro dalle sorgenti del fiume Volturno. In quest’angolo di Molise, ai piedi delle Mainarde, dove si possono ammirare gioielli come il Castello Longobardo di Cerro al Volturno, o il Castello Battiloro di Rocchetta al Volturno, o ancora scendendo verso Venafro, la Scapoli famosa in tutto il mondo perché patria della Zampogna, si staglia la Basilica di San Vincenzo al Volturno, costruita nei pressi dell’antico Monastero benedettino Alto-Medioevale che rappresenta una delle opere di archeologia più importanti e imponenti della Regione. Alessandra Capocefalo
I VINI MOLISANI PROTAGONISTI AL DOUJA D’OR
Sono 513 i vini italiani che quest’anno possono fregiarsi del “Premio Douja d’Or” bandito dall’Azienda speciale della Camera di Commercio di Asti, sotto l’egida del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Tra le eccellenze spiccano ben 43 Oscar che si aggiudicano la Douja d’Or, la caraffa dorata simbolo del concorso enologico nazionale. Le cantine premiate sono 270 e coprono l’intero panorama vinicolo italiano, dall’Alto Adige alla Sicilia. I risultati della gara enologica, che si conferma uno degli appuntamenti di maggior prestigio a livello nazionale, sono il risultato del lavoro dell’Organizzazione nazionale assaggiatori vino (Onav), cui è affidata la rigida selezione dei campioni. Il Molise, come lo scorso anno, ha confermato un trittico di premiati, ancora una volta le Cantine Borgo di Colloredo con il Gironia rosso 2007 (uvaggio di Montepulciano e Aglianico), mentre una piacevole conferma è venuta dal giovane produttore di Ururi, Pasquale Salvatore, che mette in
SECONDO ITINERARIO DEL GUSTO NELLA TERRA DEI PENTRI TRA OLIO, VINO E STORIA
Il secondo percorso formativo della “Scuola del gusto”, che con il progetto “Un Molise Extra-Ordinario” ha affrontato il complesso mondo dell’olio extravergine, dalla coltivazione dell’olivo fino alla tavola, cercando di individuarne i caratteri di qualità ed evidenziando anche i tanti luoghi comuni che non certo aiutano a perseguire tale obiettivo, è terminato, come lo scorso anno, con l’appuntamento itinerante, in giro per la nostra splendida terra, il Molise, con il prezioso contributo di ATM (Azienda Trasporti Molisana), animati dal gusto della scoperta. La possibilità di poter toccare con mano realtà produttive, spesso sconosciute ai più, per mettere in pratica i concetti acquisisti durante il corso, ma, se vogliamo, anche per dare lustro a prodotti di qualità che varcano i confini nazionali, di cui spesso non c’è traccia tra le nostre mura più per demerito nostro che delle aziende produttrici, che privilegiano altri mercati piuttosto che l’apatia e l’indifferenza dell’abitante della