LA BIODIVERSITÀ DELLA VITE COME RISORSA CULTURALE DELL’ITALIA
La diversità biologica della vite è un’eredità che natura ed antenati ci hanno lasciato. Un capitale che una volta distrutto sarà perso per sempre. Ma è anche una risorsa economica per creare nuove varietà o per conoscere le attuali. La sua riduzione ha cause diverse: mutamenti climatici, malattie americane, esodo di popolazioni dall'Europa al Nuovo Mondo da fine ‘800. La sua attuale crisi è chiamata 'sesta estinzione'. Ma in futuro, col riscaldamento globale e la riduzione delle risorse idriche, i genotipi perduti potrebbero rivelarsi utili. E l’Italia può vantare un assortimento varietale capace di tollerare climi estremi, provvidenziali in futuri programmi di miglioramento genetico. Esempio di viticoltura di montagna (Fonte: Feudo Antico) Il Sangiovese è un caso esemplare. L’analisi genetica dice che gran parte dei vitigni del suo pedigree è di origine calabrese e siciliana. Identificato con la viticoltura toscana, è in verità figlio di un vitigno campano
AUGURI DIVINI
Auguri di cuore a tutti quelli che mi seguono e a coloro che, con attestati di stima, mi spingono ad andare avanti e fare sempre meglio. Spero che con il blog, che sta per compiere il secondo anno, e con la "Scuola del gusto", abbia fornito un servizio utile per portare la cultura del vino e delle produzioni agroalimentari di qualità direttamente nelle vostre case. Un augurio speciale a tutti coloro che hanno contribuito affinché ciò sia stato possibile, produttori, docenti, liberi professionisti, uomini di cultura e amici. AUGURI DI..VINI UN MOLISE DIVINO: CONSEGNA ATTESTATI DI FREQUENZA (SABATO 28 GIUGNO 2013) (Consegna attestati del primo corso della "Scuola del gusto") ITINERARI DEL GUSTO II (SABATO 18 MAGGIO 2013) (Agricoltura, ambiente, agroalimentare e cultura) ITINERARI DEL GUSTO I (SABATO 11 MAGGIO 2013) (Agricoltura, ambiente, agroalimentare e cultura) UN MOLISE DIVINO: SORSI DI CULTURA (MERCOLEDI'
IL SENSO DELL’IDENTITA’
Lo stile è l’originale espressione di un periodo culturale, di un prodotto, di un modo di fare musica o di vestirsi. Ci chiediamo se il vino prodotto oggi in molte zone italiane, ne trasmette uno riconoscibile. Purtroppo la risposta è negativa: il nostro Paese presenta una molteplicità di stili, non solo tra le diverse Denominazioni, ma addirittura tra i vini di una stessa DOC, dove la tipologia dei vini prodotti spazia tra un gusto internazionale ed il ritorno ai vitigni autoctoni. Mettiamoci nei panni di un consumatore straniero in procinto di degustare un Cabernet dal gusto vanigliato o uno Chardonnay dall’impronta legnosa prodotti in Italia o in un qualsiasi luogo del mondo, assieme ad un vino toscano, piemontese o veneto: il mercato internazionale costruito con abilità dai Paesi del Nuovo Mondo sul modello francese, ha decisamente condizionato le scelte tecniche dei produttori italiani che pur di correre dietro ai gusti
I NUMERI NON MENTONO MAI: SEMPRE PRIMI
Oggi mi trovo a commentare, ed è la terza volta in quest’anno solare, non senza un pizzico d'orgoglio, aggiungo, da molisano innamorato della propria terra e appassionato di vino, le elaborazioni, su dati Istat, dell’export del vino per singola regione italiana, curate dal Corriere Vinicolo. La fine del terzo trimestre, sotto l’occhio vigile della testata dell’Unione Italiana Vini, per mano del suo Direttore Carlo Flamini, mette in risalto, anche se ancora una volta non citato nell’articolo, un risultato superlativo per il Molise e per i produttori molisani. Come ho avuto modo di evidenziare in quest’altro articolo, dall’analisi dei dati dell’export a giugno 2013, confrontati con quelli dell’anno precedente, risultava una crescita del 49,5%, pari a un valore di oltre tre milioni di euro, saldamente in testa in un’ipotetica classifica per maggior incremento dell’export. Anche i dati riguardanti il mese di settembre 2013, sempre riferiti allo stesso periodo dell’anno precedente, danno un saldo nettamente positivo, pari