IL PECORINO VA IN ALTURA
Si tratta di un'interessante sperimentazione per il recupero delle aree marginali interne, individuando nuovi areali per la coltivazione della vite, come risposta ai mutamenti climatici in atto, oltre a riscoprire le antiche radici di una viticoltura passata. Percorso che anche il Molise dovrebbe adottare. L’Abruzzo del vino, per mezzo di Feudo Antico, giovane azienda nata per valorizzare la vocazione enologica del piccolo e storico territorio di Tollo, si appresta a raccogliere i primi frutti di una sperimentazione che, attraverso l’ausilio tecnico dell’equipe guidata da Attilio Scienza dell’Università di Milano (la stessa che sta portando a termine anche la zonazione della relativa Doc Tullum, ndr) ha portato in altura la coltivazione del Pecorino, uno dei suoi vitigni autoctoni, quello che meglio si adatta a condizioni climatiche estreme. Il progetto “Vigneto Casadonna”, nato dalla partnership tra l’azienda tollese e la tenuta dello stellato chef Niko Romito, ubicata nel Comune di Castel di Sangro (Aq)
CANTINA VALTAPPINO E TINTILIA, UN LEGAME CHE FA STORIA
E’ un concetto ormai di dominio pubblico che la Tintilia, il vitigno autoctono della regione Molise, che, in un futuro prossimo, si spera, possa essere affiancato da altre varietà, visto l’enorme patrimonio ampelografico in mostra nella recente esposizione di uve antiche del Molise, curato dall’instancabile Michele Tanno, rappresenta il mezzo con cui si possono aprire nuovi scenari nel mercato vitivinicolo della nostra regione, se correttamente comunicato. Quello che forse molti non sanno, che invece vogliamo portarvi a conoscenza, riguarda la storia recente di questo vitigno e delle sue uve, coccolate e vinificate, molto prima della comparsa delle prime bottiglie sul mercato, da quella che rappresenta la prima realtà produttiva regionale del suo genere, la Cantina Valtappino, nata nel lontano 1969, dall’azione degli allora 274 viticoltori, i cui vigneti insistevano per lo più lungo le dolci colline del Molise interno, quelle che fanno da contorno alla valle in cui scorre l’omonimo torrente.
VINO? NO GRAZIE, SONO ITALIANO
In un momento storico in cui siamo primi produttori ed esportatori al mondo di vino, l’Italia, o meglio, gli italiani, fanno registrare, con un declino progressivo che ci porta ai minimi storici dall’unità d’Italia, un calo nel consumo del nettare di Bacco senza precedenti, ad appannaggio di altre bevande alcoliche. Quali sono i motivi di questa sempre minore attrazione verso il simbolo dell’agroalimentare italiano nel mondo? Nei giorni scorsi, la popolare rivista americana Newsweek, con un articolo dal titolo significativo “Vino? No tank. We’re italian”, ha cercato di individuare quali sono le cause alla base di questa profonda flessione nelle abitudini di consumo, loro che sono i primi importatori di vino italiano nel mondo. Secondo gli analisti d’oltre oceano, il calo è imputabile a una serie di fattori, tra cui la crisi economica in cui il vino non è considerato più un bene di prima necessità, i cambiamenti demografici, con
ORIGINE DEI DESCRITTORI “VOLUME E CONSISTENZA” NEI VINI
Questi termini sensoriali, molto usati soprattutto in Francia, possono apparire di difficile attribuzione soprattutto ai consumatori meno esperti. Numerose ricerche hanno in passato individuato nell’alcole, negli zuccheri semplici, nei polisaccaridi i responsabili del “gras”, termine con il quale i francesi definiscono questi descrittori. Senza entrare nel dettaglio, appare significativo il diverso riscontro sensoriale dei degustatori professionali nei vini bianchi nei confronti di quelli rossi. Mentre nei vini rossi la sensazione di volume è largamente condivisa, per i vini bianchi i pareri sono molto discordi. Il concetto di volume e rotondità in questi ultimi è apparso correlato in modo significativo ai prodotti di rilascio dei lieviti, sia presenti naturalmente nel vino sia aggiunti. Inoltre, i degustatori non sono riusciti a distinguere il volume dalla consistenza. Va anche ricordato che non tutti i lieviti hanno lo stesso ruolo nel determinare queste caratteristiche e che alcuni ceppi sono molto più attivi (IOLev1 e