MOSTRA UVE ANTICHE DEL MOLISE
L’Arca Sannita, associazione che si occupa della riscoperta e valorizzazione dei semi, frutti e piante a rischio d’estinzione nel Molise e nel Sannio, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Ferrazzano, ha organizzato dal 5 al 12 ottobre una mostra delle Uve antiche molisane presso palazzo Chiarulli a Ferrazzano. La mostra sarà inaugurata sabato 5 ottobre alle ore 10.00. Martedì 8 ottobre, inoltre, sempre a palazzo Chiarulli, alle ore 10.00, si svolgerà un convegno che verterà su di un progetto di recupero di alcuni vitigni antichi bianchi molisani interessanti da rilanciare sul piano produttivo e commerciale, da affiancare alla già nota Tintilia. Si ricorda che il presidente dell’Arca Sannita, il dottor Michele Tanno, con il solo appoggio di dottor Pasquale Di Lena e di pochi altri amatori, circa 30 anni fa, è stato il primo a riscoprire e a promuovere, con parole e azioni, il
DROSOPHILA SUZUKII: UNA NUOVA MINACCIA PER I VIGNETI
Il nuovo pericolo per i vigneti italiani viene dal Giappone, ha gli occhi rossi e ama la frutta matura, quasi marcia. Si chiama Drosophila Suzukii e, nonostante le rassicurazioni degli esperti, comincia a preoccupare i produttori di vino, tant'è che nei giorni scorsi a questo insettino è stato dedicato un convegno in Valpolicella, e perfino il magazine inglese Decanter ne ha parlato come di una “new pest for vineyards”. Tre Bicchieri ha chiesto un parere a Claudio Ioriatti, responsabile dell'unità “difesa delle colture e selezione sanitaria” dell'Istituto San Michele All'Adige. La Fondazione Edmund Mach, infatti, da anni studia questo moscerino, e ogni anno investe oltre 500 mila euro per la ricerca di soluzioni. Si può, davvero, parlare di allarme drosophila?Non userei toni troppo allarmistici. È vero che quest'anno abbiamo avuto segnalazioni da quasi tutte le regioni d'Italia (tranne la Sardegna; Ndr) e che il fenomeno è in netta crescita
RIDURRE LA SOLFOROSA, MA CON GIUDIZIO
Un autorevole gruppo di ricerca nazionale francese ha recentemente pubblicato i risultati di un triennio di ricerca sulla riduzione della solforosa nei vini. Il progetto prevedeva due percorsi: uno che valutava la riduzione dei solfiti del 50% rispetto al testimone ed uno che mirava invece ad ottenere vini con un tenore totale da 0 a 10 mg/l. Per ottenere questi risultati sono state utilizzate nel corso della vinificazione e della conservazione dei vini sperimentali, circa una cinquantina, delle varianti rispetto alle trafile tradizionali che per i vini bianchi consistevano nella forte riduzione delle aggiunte di solforosa nelle fasi pre-fermentative, nella pressatura sotto gas inerti, nel controllo della temperatura, nella conservazione sui lieviti fini. Nei vini rosé invece è stato utilizzato l’acido ascorbico e/o la chetonasi, mentre nei vini rossi, per abbattere la flora batterica, è stata utilizzata la filtrazione tangenziale. A livello sensoriale, il criterio utilizzato per