IERI LE COMICHE, OGGI PURE
"Consentitemi uno sfogo, vi prego. Direi che me lo posso permettere dopo tanti anni di onorato servizio nel mondo del vino, tra degustazioni, appassionati a volte un po’ maniacali, bevitori simpatici e produttori che qualche volta confondono le loro bottiglie con dei prolungamenti alcolici della loro personalità”. Così esordisce Daniele Cernilli, ex Gambero Rosso ed ex AIS Bibenda di Roma, nel suo ultimo articolo, “Enosnob”, firmato Doctor Wine sul relativo portale. Il “deus ex machina” del giornalismo enologico ha curato una rubrica, “Taste Italy”, in occasione dell’ultimo Vinitaly, dove ha intervistato alcuni tra i più importanti produttori di vino dello stivale, con tanto di video in HD sulla web TV del Vinitaly e live in fiera. A onor del vero, già in quell’occasione, ho avuto modo di ascoltare alcune interviste di produttori italiani blasonati chiedendomi, tra l’altro, se anche qualche produttore dello sconosciuto Molise fosse stato baciato dalla dea bendata
U’ BREDETTE E LU VEDRÒTTE A VILLA LIVIA
Stesso piatto, stesso mare, stesse motivazioni, due identità territoriali per due interpretazioni del brodetto di pesce, quello che un tempo, considerati pesci di scarto, appagava l’appetito dei marinai. L’Adriatico con i suoi fondali e le sue buche, le sue triglie e i suoi merluzzetti, le cianchette, le panocchie, le seppie, i calamari, le gallinelle, la razza, lo scorfano, le tracine e, anche le vongole, le cozze, i granchi, esalta i profumi ed i sapori di questo piatto che si trova “da Trieste in giù”, come diceva una vecchia canzone, fino a Termoli, con nomi di versi a seconda delle località: ( brodeto a Trieste, broeto nel Veneto, con quello “ciozoto”, che sta per zuppa di pesce tra Caorle e Chioggia, il più noto; Brodet ad pès in Romagna; el brudet a Fano con altre patrie illustri come Senigallia, Ancona, Porto Recanati e lu vrudette a S. Benedetto del Tronto; lu
CHE SIA LA VOLTA BUONA?
Un bicchiere di vino rosso - si dice da sempre - fa buon sangue. Leggenda? Tutt'altro. La saggezza del detto antico trova adesso fondamento scientifico nei risultati delle ricerche scientifico-tecnologiche condotte dall'Iresmo (Istituto ricerche europeo scienze molecolari). A fare da apripista in questo campo di ricerca erano state due importanti molecole: prima la quercetina e poi il resvetrarolo. Ma da sole - spiegano gli esperti - non erano sufficienti a dimostrare tutti gli effetti del bicchiere di vino rosso sulla salute del consumatore, ancor piu' sulla fluidita' vascolare contro la formazione dei pericolosi trombi per gli eventi patologici cerebro e cardio-vascolari. ''Adesso in laboratorio - sottolinea il prof. Nicola Uccella, ordinario di chimica all'Universita' della Calabria e presidente dell'Iresmo Foundation - sono state sperimentate alcune colture cellulari per identificare l'ingrediente del vino rosso con un vero effetto sulla salute e sul benessere del moderno consumatore, informato, esperto ed esigente. Mistero
IL VINO NEL MOLISE TRA STORIA E ARTE (SECONDA PARTE)
Nel tempo il gusto, anche nel bere, è profondamente cambiato. E’ noto che i vini che beviamo oggi non hanno nulla a che vedere con quelli dei romani o con quelli medievali o anche con quelli dell’epoca moderna con i sostanziali cambiamenti dal Cinquecento ad oggi. Frosolone (IS) Tralci d’uva sull’altare della Madonna delle Grazie e i Santi Biagio, Francesco e Antonio. Sec.XVII. Uno dei manuali che nel XVI secolo ebbe particolare successo è quello scritto dall’agronomo Agostino Gallo (Cadignano, c.a 1499 – Brescia, c.a 1570) (A. GALLO, Le vinti giornate dell’Agricoltura et de’ piaceri della villa, Venezia 1593). A proposito della fermentazione (che Gallo chiama “bollire”) egli riferisce attraverso un dialogo tra Vincenzo, ospite in una villa-fattoria, e Gio.Battista, esperto viticultore. Gio.Battista: “Et però non è maraviglia delle tante usanze, che tuttavia si costumano dall’una provincia all’altra. Come si vede in questa Villa, che molti fan bollir vinti,