I PRODOTTI A DENOMINAZIONE D’ORIGINE ARGINE CONTRO LO SFRUTTAMENTO DELL’IMMAGINE NAZIONALE
Un percorso della qualità a cui attribuire un valore. Dop e Igp quali efficaci armi per difendere e tutelare i nostri territori, rilanciare l’agricoltura e vincere la concorrenza sui mercati di Pasquale Di Lena Il valore della qualità nei prodotti a indicazione geografica. Era questo il tema del convegno organizzato dal Dipartimento ICQRF (Ispettorato della Tutela della Qualità e Repressioni Frodi dei Prodotti Agroalimentari) e sviluppato sabato scorso al Salone del Gusto di Torino davanti ad un pubblico attento, interessato di produttori, trasformatori e rappresentanti di consorzi di tutela, tra i quali quello del Parmigiano Reggiano e della Mozzarella di Bufala Campana. Pasquale Di Lena durante il suo intervento Il convegno, coordinato da Nando Cirella, Direttore della rivista “Agricoltura e Innovazione”, è stato introdotto dal Direttore del Dipartimento ICQRF, Dr.ssa Laura La Torre, che, dopo aver portato il saluto dell’Istituto e del Mipaaf, ha riferito degli importanti risultati raggiunti
FACCE DA VIGNAIOLI?
Devo essere sincero, quando ho visto le immagini che troverete nel seguito del post, sono sobbalzato dalla sedia lanciando un urlo liberatorio, stile curva calcistica. Vi chiederete cosa possa scuotere in questa maniera un tranquillo blogger di provincia – ammesso che rimanga (la provincia naturalmente), vista la spending review – alle prese con la routine quotidiana, se non un gol del campione della propria squadra del cuore o, che ne so, la lettura dei numeri del “lotto alle otto” o davanti a una bottiglia di vino straordinaria. Tranquilli, nulla di tutto questo - purtroppo direi - ma qualcosa su cui stavo lavorando da qualche tempo, che stavo mettendo su con fatica, vista la difficoltà di recuperare il materiale in rete o su riviste specializzate, e che gelosamente ho custodito fino ad oggi nella mia pen drive. In un attimo, grazie al quotidiano “Tre Bicchieri” di Gambero Rosso, tutto questo ben di Dio disponibile a portata di click, una vera manna dal cielo. Di
VINCENZO DI CAPUA, LA TINTILIA E ALTRE UVE NEL CASTELLO DI GAMBATESA
Con tutto il rispetto per l’Università del Molise e per le ricerche di altri studiosi che hanno portato a ritenere (non so su quali definitive basi) che la Tintilia sia stata importata nel XVIII secolo dai Borbone nel nostro territorio o che non vi sia alcuna parentela genetica con i vitigni spagnoli oggi esistenti, io sono convinto che la storia sia un po’ diversa. Di fronte all’assoluta mancanza di fonti esplicite, forse un qualche aiuto, ovviamente senza la pretesa che le conclusioni siano definitive, ci viene dall’arte. La rappresentazione dell’uva nelle forme artistiche del passato nel Molise ha avuto un successo che potremmo definire straordinario. Anzi, dei tralci, degli intrecci vitinei e dei grappoli d’uva si è fatto un uso addirittura generalizzabile in tutta l’arte regionale, dall’epoca longobarda (si vedano le lastre decorate di S. Giorgio a Petrella Tifernina o quelle di S. Maria della Strada) a quella normanna, a