VINI NATURALI vs VINI INDUSTRIALI
Già in occasione del post sull’enologia sostenibile parlai del dualismo, tra sostenitori e non, sull’uso della solforosa in vinificazione e di come si cerchino vie alternative per azzerarne l’aggiunta, come nel caso dei protocolli Freewine e Purovino. Questo concetto, in realtà, rappresenta solo un aspetto, peraltro determinante, di una vera e propria “lotta” tra fautori dei vini cosidetti “naturali” da quelli cosidetti “industriali”. In realtà queste definizioni non sono propriamente corrette perché potrebbero indurre il consumatore, ad esempio, a definire il vino “industriale” figlio della chimica e della tecnologia, una sorta di catena di montaggio di dubbia qualità. In realtà, si tratta comunque di prodotti della terra che, nel primo caso, sono prodotti senza trattamenti invasivi in vigna e in cantina (produttori biologici e biodinamici) e, nel secondo caso, sono prodotti da aziende con superfici vitate elevate in cui i frutti della ricerca scientifica e tecnologica la fanno da padrone
L'ANALISI DEL DNA IN VITICOLTURA
La disciplina utilizzata nello studio della vite con l’obiettivo di individuare, denominare e classificare le innumerovoli varietà, attraverso analisi delle caratteristiche peculiari della pianta, della sua morfologia e delle diverse fasi del suo sviluppo (foglie, apici dei germogli e grappoli) è nota come ampelografia (dal greco àmpelos - vite, tralcio). Una vera e propria rivoluzione nello studio della genealogia della vite si è avuta, invece, con l’analisi del DNA attraverso l’utilizzo dell PCR (Polymerase Chain Reaction), scoperta nel 1995. Tale metodica consente di amplificare, ossia riprodurre in maniera specifica ed esponenziale, una piccola regione del DNA. Una delle sue innumerevoli applicazioni, quella con Marcatori di Microsatelli, ha consentito di creare un’enorme banca dati di oltre 3.000 varietà, in cui, attraverso il confronto dei rispettivi profili, è possibile riconoscere i singoli vitigni e anche i loro cloni. In questo modo si è potuto risalire alle origini della viticoltura, scoprendone i progenitori
VITICOLTURA CONVENZIONALE: TUTTO DA BUTTARE?
Proteggere e difendere l’ambiente in cui viviamo è sempre più un elemento caratterizzante la nostra società. Anche il settore vitivinicolo non si sottrae da tale logica, forte anche degli sviluppi che la ricerca mette in campo, come la viticoltura di precisione, per far fronte, tra l’altro, all’adeguamento del quadro normativo previsto per il 2014 circa la difesa da parassiti animali e vegetali. Ed ecco quindi il concetto di sostenibilità, intesa non solo come tutela della salute del consumatore e dell’ambiente, ma anche sociale ed economica. Gli obiettivi imprescindibili sono: minimizzare l’uso della chimica e il suo impatto ambientale, migliorare nel contempo la cura del suolo e della sua fertilità attraverso la tutela della biodiversità e dell’ecosistema vigneto, ossia conservazione delle risorse, ed economicità delle operazioni. Uno sviluppo organico di tali principi è in essere, già da qualche anno, con il progetto Magis, implementato da molte aziende vitivinicole sull’intero territorio nazionale.
RICEVO E VOLENTIERI PUBBLICO
In merito al post sull'utilizzo dell'ozono (O3) per l'ottenimento di vini senza solfiti aggiunti, oltre che una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, ricevo e pubblico volentieri i primi risultati sulla sperimentazione condotta su uve Montepulciano. Rammento che la raccolta, il trattamento delle uve e la successiva vinificazione, sono state condotte presso la Tenuta dell'Ammiraglia, sita in località La Capitana (Magliano in Toscana - Grosseto), dall'Azienda Marchesi de' Frescobaldi. Sebastiano Di MariaPUROVINO™ MONTEPULCIANO 2010: rosso naturaleIl Montepulciano 2010 prodotto con il metodo Purovino è un vino rosso senza solfiti aggiunti, ma con carattereUn rosso strutturato, ricco e sano: questo è il Montepulciano 2010 prodotto con il metodo Purovino. Realizzato seguendo l’innovativo brevetto comasco, che prevede l’uso dell’ozono al posto dell’anidride solforosa comunemente utilizzata – per ottenere un prodotto senza solfiti aggiunti, naturalmente buono e sano – il vino è stato affinato in botti di legno per sette mesi. L’uso delle barrique in