Con la lezione di giovedì pomeriggio, svoltasi presso l’azienda dell’Istituto Tecnico Agrario di Larino, si chiude il modulo sull’olivicoltura del progetto Un Molise Extra-Ordinario, l’ultima di tre lezioni che ha portato i corsisti della “Scuola del gusto” a cimentarsi direttamente con gli olivi, cercando di carpirne, sotto la guida attenta di Maurizio Corbo dell’Arsiam, quelli che sono i principi fondamentali di una corretta gestione della chioma, attraverso l’operazione di potatura. La lezione si è arricchita, poi, della partecipazione di Giuseppe Barone, che forma annualmente i ragazzi che frequentano l’Istituto Agrario, ottenendo risultati straordinari nelle gare di potatura con professionisti, sia regionale sia nazionale, guidando a passo a passo i corsisti nelle fasi salienti dell’operazione, e di Pardo Di Tommaso, campione italiano di potatura dell’olivo a vaso policonico, e grande esperto del settore.
Maurizio Corbo dell’Uffico Olivicolo dell’Arsiam (foto Sebastiano Di Maria)
Giuseppe Barone dell’Istituto Tecnico Agrario (foto Sebastiano Di Maria)
Pardo Di Tommaso, campione italiano di potatura dell’olivo a vaso policonico (foto Sebastiano Di Maria)
Uno degli aspetti fondamentali della potatura dell’olivo, che è emerso durante le lezioni, è l’equilibrio vegeto-produttivo. In condizioni di equilibrio, infatti, le piante fruttificano secondo le loro potenzialità e vegetano quanto basta per assicurare la futura produzione. La tecnica di potatura e la scelta della forma d’allevamento devono contribuire al raggiungimento di tale obiettivo. Particolare rilevanza assume il rapporto chioma-radici, essendo in stretta relazione tra di loro: riducendo le dimensioni, e di conseguenza le funzionalità della chioma, si riducono anche la crescita e la funzionalità dell’apparato radicale e viceversa. Quest’aspetto è legato alla presenza e alla struttura delle “corde”, una sorta di costole, spesso ben visibili lungo il tronco, che sono responsabili del trasporto del flusso linfatico. Questo significa che, con l’eliminazione di una branca, si ha una decadenza della corrispondente porzione di apparato radicale, mentre zone poco attive possono essere rapidamente abbandonate a favore di altre in forte crescita. La potatura, quindi, in prima analisi, deve tenere conto di questo comportamento cercando di mantenere un’adeguata attività vegetativa in tutte le zone della chioma.
Un momento della lezione (foto Sebastiano Di Maria)
Altro aspetto determinante, da tener sempre presente, è che l’olivo è una pianta eliofila, come più volte hanno ripetuto durante la lezione i relatori, cioè ha bisogno di luce, quindi è necessario che tutta la chioma sia illuminata e che nessuna porzione rimanga in ombra. Se le foglie sono ben illuminate, hanno un elevato tasso di fotosintesi, con ottima produzione di elaborati (in particolar modo carboidrati) che saranno poi traslocati ai frutti (inoliazione maggiore in condizione di luminosità), ai germogli (differenziazione a fiore delle gemme), ai tessuti di riserva (ovoli visibili sul tronco e sul ciocco) e all’apparato radicale. Di conseguenza, le foglie ombreggiate rappresentano solo un costo per la pianta poiché consumano più di quello che producono e, col tempo, la pianta stessa tende a eliminarle (filloptosi). Con la potatura, in definitiva, si deve permette una maggiore illuminazione delle parti interne e basali della chioma, con una conseguente maggiore produzione, distanziando le branche l’una dalle altre, favorendone una disposizione ottimale nello spazio, eliminando le branche esaurite e sostituendole con altre ben illuminate ed efficienti. 
Potatura di una pianta d’olivo durante la lezione (foto Sebastiano Di Maria)
Le forme di allevamento più diffuse in olivicoltura sono il vaso, il globo, il monocono e l’asse centrale. Il vaso è una delle forme più praticate e può realizzarsi con numerose varianti (vaso libero, vaso policonico, vaso cespugliato ecc.) che riguardano principalmente l’inclinazione delle branche principali, la distribuzione della vegetazione intorno a esse e l’altezza del tronco. Il globo, invece, è una forma molto diffusa in ambienti caldi, dove elevati sono i rischi di ustioni sulla struttura legnosa causate dall’intensa radiazione solare. La fruttificazione si concentra nella zona periferica della chioma. Il monocono presenta la vegetazione distribuita su un unico asse verticale (fusto) sul quale s’inseriscono, con angolo molto aperto, le branche primarie aventi una lunghezza decrescente dalla base all’apice della chioma, dandole le sembianze di un cono (si presta a parziale potatura meccanica). L’asse centrale, infine è utilizzato per gli impianti super-intensivi (distanze d’impianto intorno a 1,5×4 m), progettati per attuare la raccolta meccanica con macchine scavallatrici (vendemmiatrici opportunamente modificate) e per meccanizzare la potatura. Il sistema di allevamento oggetto della lezione, è stato il vaso policonico, costituita da un unico tronco e 3-5 branche orientate in diverse direzioni e ciascuna allevata secondo una forma conica che ben si presta alla raccolta meccanica con agevolatori, anche per scuotimento
Fonte: Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio
Pianta d’olivo potata a vaso policonico (foto Sebastiano Di Maria)
Ancora una volta c’è stato grande interesse per la lezione, soprattutto per i corsisti che sono direttamente impegnati nella filiera. Ricordiamo che ci sono produttori, olivicoltori e giovani che stanno investendo nel settore agricolo, oltre agli studenti che ne sono il futuro, che vogliono carpire a fare propri i concetti che professionisti, uomini di cultura e tecnici gli somministreranno durante tutte le lezioni. Tutto a costo zero.

Scuola del gusto