Vi son regni di linfa ove mai nessuna nube alcun ombra vi pose. Quivi solo sentir di algidità e suavità sovrana. Non una vena fumosa o scura, ma solo percezioni d’aroma della flora più prima e pollinar della natura. Una soffusione-effusione di fragranza e illibatezza assolutamente cristallina. Qui è il regno dell’uva, nella sua veste olfattiva quintessenziale più pura. Un profumo di tale pulizia esecutiva, di tale integrità ossidativa da risultar insuperabile in luminanza, brillanza, iridescenza espressiva. Un susseguirsi di morbidezza e profilante fragranza dell’acidità di struttura, che ogni deglutizione è della polposa rotondità e della perfetta suadenza della sua bacca nativa. Il tutto avvertito, goduto ed espresso con un’abbondanza e potenza di ricchezza estrattiva, che la sontuosa viscosità del suo tatto è quello d’un rosso di maestosa tramosità fondativa. Un vino di consistenza, equilibrio e integrità enologica esecutiva tale da rendere con piacevolezza universale la massima virtù analitica e compositiva della sua essenza viticola ed enologica costitutiva. Fra i migliori bianchi mai prodotti e testati d’ogni tempo e ove, capolavoro capace di riecheggiare, di richiamare il frutto uva con fulgor e definizione sublimi, mai attinti, né mai sperimentati prima.
Fonte: Luca Maroni, Donnaluce 2011 – Poggio le Volpi
Balanço – More (1999)
NB Per una lettura migliore della scheda si consiglia questo brano come sottofondo
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