Uno degli ultimi appuntamenti della ricca estate molisana, incentrata sulla promozione delle produzioni agroalimentari di qualità, con capofila la Tintilia, seguita dalle altre eccellenze enologiche e da tutti gli altri prodotti tipici regionali, è andato in scena a San Felice del Molise, una delle comunità croate della Regione. In realtà, si è trattato del secondo appuntamento di un percorso nato lo scorso anno, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del territorio, e dell’area del Trigno in particolare, attraverso la sinergia d’istituzioni locali e centrali, Università e mondo produttivo. Anche lo scorso anno partecipai all’evento e, in quell’occasione, scrissi un articolo in qui posi l’accento su un concetto che a mio avviso emerse in quel frangente, quel “autoreferenziali” che probabilmente a qualcuno non è piaciuto, e mi riferisco agli organizzatori o a coloro che ci hanno visto chissà quale atteggiamento ostile, cosa assolutamente non vera, tant’è che l’allora Assessore all’Agricoltura Fusco Perrella affermò con forza la necessità di fare squadra e di abbandonare logiche campanilistiche, confermata anche dalle altre rappresentanze istituzionali presenti. Quest’anno, infatti, manco a farlo apposta, gli interventi di tutti i relatori sono stati incentrati sulla necessità di una promozione del territorio utilizzando termini come “sinergia”, “rete” e “governance”, un modello, quest’ultimo, di gestione delle politiche territoriali, non più centralista, ma attraverso un alto numero di attori pubblici e soggetti privati con atteggiamenti concertativi e contrattuali nelle varie politiche di sviluppo. Mi riservo considerazioni personali sull’intera manifestazione in un post successivo. 
 
I relatori (da sinistra): Pasquale Di Lena, l’Ambasciatore Damir Grubisa, Giuseppina Occhionero, Monica Meini, Paolo Benvenuti e Giuseppe Di Felice

La Prof.ssa Monica Meini, moderatrice e madrina del convegno, docente di Geografia presso l’Università degli Studi del Molise, Ateneo firmatario di un protocollo d’intesa con il Comune di San Felice, ha proprio rimarcato la necessità, nella sua introduzione, di una corretta gestione dello sviluppo di un territorio attraverso il concetto di “governance”, dal livello comunitario, competente in materia di sviluppo regionale attraverso la creazione di fondi strutturali (Fers, Fse, Psr), seguita da una più effettiva condivisione nelle politiche regionali tra i diversi attori, istituzioni, mondo della ricerca e attività produttive. Il dato che è emerso, infatti, in termini generali, è proprio una difficoltà nella gestione delle risorse in ambito territoriale, tant’è vero che molti dei finanziamenti comunitari, spesso, non sono utilizzati o mal gestiti. L’accademica ha poi posto l’attenzione su un altro aspetto nevralgico nello sviluppo, ossia la necessità da parte della popolazione di acquisire consapevolezza e legame con le ricchezze che il territorio offre, perché ci sono e anche di qualità, in modo da esserne promotori e non freno, o addirittura comportarne la “cristallizzazione” attraverso la sostituzione con il cittadino extra-regionale che sempre più s’interessa al territorio molisano. Anche Paolo Benvenuti, Direttore dell’Associazione Nazionale delle Città del Vino, reduce dalla convention di Guardia Sanframondi in provincia di Benevento, dedicata a vino, salute e territorio, ha rimarcato la necessità che il mondo rurale, patrimonio di tutti, è quanto mai necessario per lo sviluppo e la crescita, trasformandosi come nucleo e fattore importante nei piani regolatori, che non siano più ad appannaggio dell’edilizia dei centri urbani.

 
Uno scorcio dello straordinario paesaggio che circonda San Felice del Molise

Per quanto riguarda le reti, di particolare interesse è stato l’intervento dell’Assessore alla Cultura del Comune di Campomarino, Giuseppina Occhionero, rappresentante dell’unica realtà molisana aderente alle Città del Vino, promotrice del progetto Enoteca regionale del Molise, che ha ripetuto la necessità di condivisione e partecipazione di tutte le realtà produttive regionali nel creare quest’unico sistema di promozione del vino, del territorio e di tutte le eccellenze gastronomiche, forte, con la capacità di guardare e proporsi al di fuori dei confini regionali e nazionali. L’intervento sicuramente più coinvolgente, che ha un po’ tratto le conclusioni e individuato i punti di forza di una corretta opera di sviluppo e promozione, è stato quello di Pasquale Di Lena, storico conoscitore del mondo rurale e padre di tante iniziative promozionali di successo nel mondo del vino, dell’olio e dell’enogastronomia. L’Accademico della Vite e del Vino, con la sua proverbiale carica fatta di passione e amore per la propria terra, fonte di pura emozione, come l’ha definita egli stesso, cosa che forse manca a più, affermo io, non ha avuto parole dolci quando ha attaccato in maniera decisa lo sviluppo del progetto “Enoteca regionale”, come strumento di crescita, da parte degli stessi soggetti pubblici che stanno promuovendo l’insediamento della mega-stalla Granarolo di 12.000 manze, che sottrae terreno alle coltivazioni, cementifica e non crea nessun beneficio alla collettività, gli stessi che parlano di autostrada del Molise o di altre amenità che nulla hanno a che fare con la promozione. Un vero e proprio fiume in piena il Di Lena, che ha anche sdoganato il concetto di arretratezza, che spesso riecheggia tra la popolazione, come la vera risorsa di questa regione, giustamente valorizzata, attraverso le sue ricchezze enogastronomiche, olio, vino, formaggi e tartufo. Ha portato poi l’esempio del Brunello di Montalcino, che come Segretario Generale dell’Enoteca italiana di Siena, ha visto crescere e diventare simbolo del vino e dell’italianità nel mondo, attraverso il dialogo costante tra istituzioni e produttori. Non a caso fu proprio un primo cittadino del Comune di Montalcino che in maniera impopolare, ma rivelatasi lungimirante, rifiutò qualsiasi forma di sviluppo del proprio paese, preferendo il territorio e il Sangiovese come risorsa.

 
Balli e musiche della tradizione croata

 

La conclusione è spettata all’ambasciatore della Croazia in Italia, dall’1 luglio nuovo Stato membro della comunità europea, anch’egli fermo sostenitore della condivisione e dell’unione per la crescita, cosa che avrà il suo culmine quando nel secondo semestre del 2014 l’Italia prenderà le redini, con la presidenza, della comunità europea, istituendo la macroregione adriatica ionica, vera forma innovativa di cooperazione interregionale e transnazionale, con una “governance” comune su problemi condivisi (ambiente, sviluppo rurale, turismo ecc.), cui la Croazia crede molto e ha individuato nelle comunità croate e nel Molise il partner ideale.

Sebastiano Di Maria
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